Indicazioni alla chirurgia bariatrica. (cioè quando è corretto proporre un trattamento chirurgico)
(Vengono riportate le linee guida ufficiali della Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e del Metabolismo)
Le linee guida consigliate e adottate dalla S.I.C.OB.sono sovrapponibili a quelle internazionalmente
codificate ed accettate.
Per i pazienti di età compresa tra i 18 ed i 65 anni
( in accordo con alcune linee guida i il limite di età, in pazienti in buone condizioni di salute può essere portato anche oltre ai 65 anni facendo prevalere il concetto di età biologica su quella anagrafica)
le indicazioni sono quindi, le seguenti:
1. B.M.I. _40 Kg/m2;
2. B.M.I. tra 35 e 40 Kg/m2 in presenza di comorbidità
che, presumibilmente, possono migliorare o guarire
a seguito della notevole e persistente perdita di peso
ottenuta con l’intervento (malattie del metabolismo,
patologie cardiorespiratorie, gravi malattie articolari, ecc.)
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Lista delle principali comorbidità riconosciute ( che devono essere adeguatamente certificate)
Diabete tipo 2 Asma
- Ipertensione arteriosa Osas
- Patologia coronarica Reflusso gastroesofageo
- Neoplasia Incontinenza urinaria
- Dislipidemia Infezioni cutanee croniche
- Colecistopatia Pseudo tumor cerebri
- Osteoartrite Irregolarità Mestruali
- Artrite degenerativa Ovaio Policistico
- Patologia dischi intervertebrali Infertilità
- Patologia osteo-articolare Disordini psicologici
- Fascite plantare
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3. Per essere candidati all’intervento i pazienti devono avere
nella loro storia clinica un fallimento di un corretto
trattamento medico (mancato o insufficiente calo ponderale;
scarso o mancato mantenimento a lungo termine del calo di peso).
Il merito sostanziale ed incontrovertibile delle linee guida è stato ed è l’introduzione di un criterio di B.M.I. minimo
(superiore a 40 Kg/m2 o tra 35 e 40 Kg/m2 in presenza di almeno una comorbidità),
al di sotto del quale la terapia chirurgica non dovrebbe, in linea di massima e salvo casi eccezionali, essere presa in considerazione.
La S.I.C.OB. ha accettato, però, il concetto avanzato dalla Commissione congiunta I.F.S.O.-E.A.S.O. in base al quale il B.M.I. di riferimento è quello iniziale, nel senso che un calo ponderale ottenuto con un trattamento preoperatorio non rappresenta una controindicazione alla chirurgia bariatrica prevista, anche se il B.M.I.mraggiunto è inferiore a quelli canonici, e che la chirurgia bariatrica è altrettanto indicata nei pazienti che hanno avuto un sostanziale calo ponderale in seguito al trattamento conservativo ma che abbiano iniziato a riprendere peso.
In buona sostanza, il B.M.I. minimo per essere candidabile alla chirurgia bariatrica non è tanto quello riferito all’atto dell’intervento quanto il massimo raggiunto dal paziente nella sua storia clinica. ( Questo perchè l'Obesità è una malattia cronica e recidivante)
In sintonia con quanto già proposto dall’A.S.B.S., nel 2004, e dall’E.A.E.S., nel 2005, anche in Italia si va facendo strada la possibilità, solo, però, per casi selezionati e solo nell’ambito di trial controllati randomizzati, di prendere in considerazione la terapia chirurgica in pazienti con un B.M.I. compreso tra 30 e 35 Kg/m2 ma che abbiano comorbilità o alterate condizioni psico-fisiche che possano migliorare o guarire in virtù del calo ponderale indotto dalla terapia chirurgica.
La S.I.C.OB. è, infine, particolarmente attenta alla necessità che il paziente sia ben informato e motivato non solo sull’intervento ma anche sulla necessità di doversi sottoporre a periodici followup e di dover seguire scrupolosamente eventuali prescrizioni mediche,mintegrative o sostitutive, e dietetiche (a seconda dell’intervento effettuato).
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